domenica 1 gennaio 2012

La fine del mondo (come noi lo conosciamo)

Forse i Maya qualcosa avevano subodorato.
Forse vi sarete accorti che anche in Romagna tutti i multiplex, e anche qualche sala di qualità, dispone della possibilità di proiettare in digitale.
Il brivido di difensori della pellicola che ci percorre dovrebbe essere più accentuato.
Non è stata molto diffusa questa notizia: dal 1 gennaio 2013 le case di produzione statunitensi non diffonderanno più i loro film in pellicola ma solo in digitale.
Tra i tecnici del settore l'allarme è diffuso da quasi un'anno ma l'allarme generale per la possibilità di veder chiusi i cinema che non si adeguano è mitigato dalle ultime notizie che vedono un'addio più graduale secondo queste modalità: fine 2013 Stati Uniti; fine 2014 Europa; 2015 resto del mondo.
Sorgono così due ordini di problemi: uno pratico e uno estetico.
Da buoni cinefili mettiamo da parte quello pratico ('Tutte le sale di qualità hanno un piano di passaggio, coi costi che implica, o vari gestori approfitteranno per andare in pensione lasciando sguarnite le serate di appassionati stanziali?') di cui ci occuperemo in un'altra occasione per concentrarci su quello estetico.
Perchè usare il digitale?
La risposta la possiamo trovare citando un aggiornato forum di settore:
I film distribuiti con questa modalità sono dei file chiamati Digital Cinema Package in formato JPEG 2000 a 12 bit di colore, con un bitrate che può arrivare a fino 250 Mbit/s; I film possono essere distribuiti fisicamente mediante dischi fissi che contengono i file, o ricevuti via satellite tramite sistema Open Sky.

I film proiettati con questa modalità consentono, se ovviamente la catena di proiezione è di qualità, con impianti correttamente progettati, installati, tarati, manutenuti e gestiti (anche in digitale ci possono essere proiezioni di infima qualità se la struttura non opera con professionalità!!!) di avere una qualità audio e video di qualità costante dalla prima all'ultima proiezione oggettivamente molto superiore a quella delle proiezioni in pellicola 35 mm sotto tutti i punti di vista, inoltre il costo complessivo per la realizzazione e distribuzione dei "file" è molto inferiore a quello necessario per la stampa di una pellicola a 35mm, la quale costa a copia circa 1.000/1.500€, senza considerare il minore impatto ambientale della filiera di distribuzione digitale rispetto a quella in pellicola.
Il passaggio è inevitale. Cinefilicamente è una posizione che non sta in piedi. La gestione del colore e del pieno del colore è ancora estremamente superiore nella pellicola. La possibilità di errore è molto più alta. Grandi dubbi sulla possibilità di modificare un impianto senza rifarlo da capo. E tralasciamo la differenza tra 2K, 4K e 3D. La gestione e la conservazione dei files per archivi e cineteca non tralascia di lasciarci perplessi e sarà necessario aprire un'osservatorio sia tecnologico che sul terreno romagnolo per monitorare la situazione. E i film solo in pellicola dove e come si potranno ancora vedere?
Il rischio della sopravvivenza di pochissime monosale è tangibile e un minimo di programmazione senza l'italica consuetudine di fare tutto fuori tempo massimo è una evenienza da evitare accendendo un faro sulla questione.

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