mercoledì 14 dicembre 2011

Cinepanettone? No, grazie (4) - La spiegazione psicoanalitica


Nella puntata della nostra inchiesta contro il cinepanettone oggi ci buttiamo tra le braccia di Freud e Jung.


Il fulcro di ogni cinepanettone è lui, Christian De Sica, figlio d'arte per antonomasia di uno dei più grandi attori, cantanti e registi della storia dei cinema italiano.
E a guardare in controluce le storie che interpreta induce ad una ipotesi che immerge il contesto scoreggionico (volendo assumere metonimicamente il più ricorrente tipo di gag con tutto l'impianto umoristico) in una luce inusuale.
Secondo la pagina wikipedia su Christian De Sica i cinepanettoni, tutti interpretati dal nostro, sarebbero addirittura ventotto, dal primo 'Vacanza di Natale'. Questa continua coazione invita a concentrarci sull'impalcatura, sulla struttura portante, per vedere se riusciamo a scoprire qualcosa di diverso.
Per la nostra ricerca, come ricorderete dalle puntate precedenti, noi consideriamo canonici solo la 'dorata decina' diretta da Neri Parenti e solo su quella concentriamo il nostro microscopio.
Nel primo film, 'Merry Christmas', De Sica è Fabio Trivellone (nomen omen), comandante aereo bigamo che vede le sue due famiglie incrociarsi in una vacanza natalizia ad Amsterdam. La crisi scoppia, col contorno di ulteriori amanti, e dell'incontro con Boldi, italiano con caratteri in parte simili e in parte speculari, ma alla fine si raggiunge, con qualche prezzo da pagare, un soddisfacente status quo.
Questa è la storia di Vittorio De Sica, che oltre che la famiglia con Christian, figlio dell'attrice spagnola Maria Mercader, aveva un'altra famiglia precedente, e sosteneva doppi pranzi per le feste sfasando gli orari e quantaltro.
Christian De Sica quindi usa forse i cinepanettoni per ripercorrere la vita del padre non sentendosi capace di raggiungerlo sul lato artistico?
Nei cinepanettoni successivi le vicende seguono sempre due filoni: come riprendere i contatti col figlio e come coniugare varie infedeltà contemporanee.
Come se un figlio che sente subliminalmente di non essere adeguato artisticamente col padre cerca di 'ucciderlo' continuando a ripetere sulla scena all'infinito quello che avrebbe voluto che il padre facesse nella vita privata.

(continua)

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