Anita Rivaroli (cervese, quella a sinistra) e Irene Tommasi (milanese, quella a destra) sono le due registe del cortometraggio 'Quell'estate al mare', girato a Cervia e in concorso in vari festival in giro per la penisola e per il mondo. Il sito ufficiale del cortometraggio è http://www.quellestatealmare.it.
Il contatto facebook è qui.
Per entrambe è l'opera prima, dopo l'esperienza del Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano. Quella che segue è la prima parte dell'intervista che ci hanno gentilmente rilasciato.
- Come è maturata la scelta di iscriversi al Corso Sperimentale e perché Milano e non Roma?
Più o meno in questo periodo, due anni fa. Eravamo sedute a due scrivanie, una a Torino, l'altra a Milano. Non ci conoscevamo. Vita da copywriter scalcagnate che sognano guardando fuori dalla finestra. Ci è arrivato il bando per le selezioni del Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano. La tentazione è stata forte. E' stata la molla per partecipare, a superare le selezioni, a entrare nella fatidica congrega delle 12 eccellenze. Dopo sei mesi di preselezioni, abbiamo intrapreso questa bellissima avventura. Siamo a Milano perché qui s'insegna drammaturgia seriale, quindi fiction TV, mentre a Roma i corsi sono orientati al cinema. Siamo appassionate di serie americane e vogliamo migliorare la nostra televisione; a dirla così fa un po' sorridere, ma la nostra missione è proprio questa: invogliare i giovani a riaccendere la televisione.
- Come è nata l'idea del cortometraggio?
La sceneggiatura è stata elaborata durante un'esercitazione in classe. Sarebbe finita in un cassetto virtuale del nostro pc assieme a molte altre storie; invece, un nostro docente, Mario Cristiani, ci ha spinto a realizzarla infondendoci il coraggio necessario per provare qualcosa di nuovo: la regia. Oltre a questo c'era da mettere in piedi una produzione, organizzare la troupe e, soprattutto, trovare i fondi necessari. Ci siamo date da fare. Abbiamo chiesto aiuto ai nostri colleghi, agli amici. Abbiamo parlato con chiunque.
- Qual è il budget del corto e come avete raccolto il denaro?
Alto: dovevamo ricreare un'ambientazione anni '60. Costumi e scenografia sono stati una voce importante del budget, così come il noleggio dell'attrezzatura tecnica. Tutte le persone che hanno collaborato con noi sono venute a titolo gratuito. Sono tutti professionisti del settore che si sono offerti di partecipare al progetto nonostante non potessimo garantire una remunerazione.
- Parlateci dell'esperienza di crownfunding attraverso Eppela?
Abbiamo conosciuto Eppela prima che la piattaforma andasse online. Abbiamo contattato i responsabili e gli abbiamo proposto il nostro progetto. E' stata una sfida, un lancio nel vuoto. All'inizio eravamo titubanti, non pensavamo di potercela fare. E invece, è andata meglio delle nostre aspettative. Il web ci ha ascoltate, molte persone hanno visto il nostro video promo e lo hanno condiviso, i giornali ne hanno parlato. Siamo riuscite a raggiungere e superare la soglia dei 4000 euro.
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